È la prima volta che vai ad una manifestazione e hai paura di quello che potrebbe succedere? qui trovi qualche informazione utile e consigli pratici.
Ora nell'archivio digitale: SAFER IN THE STREET. Guida tascabile alle manifestazioni di piazza (per principianti): consigli pratici e informazioni utili su repressione e reazione collettiva.
Esperienza, preparazione e informazione non sono sempre a disposizione di chi partecipa ai momenti di piazza, per questo è importante fare in modo di diffonderne la cultura. Conoscerne al meglio le possibilità e i rischi permette di costruire insieme e vivere al meglio questi momenti di conflitto, a prescindere da quale forma assumano.
LA CONOSCENZA DIFFUSA PERMETTE DI CREARE UN CLIMA DI CONSAPEVOLEZZA FONDAMENTALE PER UNA PARTECIPAZIONE COLLETTIVA RESPONSABILE E AUTO-DETERMINATA.
Qui troverai alcuni suggerimenti e consigli generici sui comportamenti e gli atteggiamenti da tenere in modo da poter gestire al meglio la tua presenza e partecipazione nelle occasioni di piazza. Le situazioni di piazza non sono tutte uguali e a volte cambiano rapidamente, per questo è importante stare sul pezzo.
NB: Quanto riportato di seguito ha un carattere informativo che si riferisce esclusivamente al concetto di AUTODIFESA e AUTOTUTELA, non ad altro. Amplia leggermente quanto riportato nel pieghevole con una sezione in aggiunta sul finale in merito al DEBRIEFING PSICOLOGICO post-manifestazione.
1) INFORMATI E CONFRONTATI
Prima di decidere se partecipare ad un evento di piazza è fondamentale conoscere le motivazioni della chiamata, capire chi e perchè deciderà di partecipare e/o ha fatto la chiamata e soprattutto riflettere perchè ed eventualmente come te e/o il tuo gruppo parteciperete.
Conoscere i propri diritti di manifestante è fondamentale, ma c'è una notevole differenza tra il diritto teorico e la sua effettiva applicazione. Non dare nulla per scontato, se non sai come affrontare una cosa o hai paura di quello che potrebbe succedere o meno CHIEDI E INFORMATI da chi ha più esperienza di te (legale o di piazza). Una buona conoscenza del codice penale, ma anche degli approcci gestioniali della “sicurezza” da parte delle forze dell’ordine, ti può permettere di scegliere come comportarti/vi con più consapevolezza.
Distribuisci opuscoli e materiale informativo (quanto più aggiornato) anche in piazza se ne hai, così ti fai anche nuove amicizie!
2) PREPARATI ADEGUATAMENTE
Una volta capito la linea di condotta che hai/avete deciso di adottare, organizzatevi di conseguenza. Ricordandoti che potrebbe essere anche molto diversa da quella di chi ti circonda. La responsbilità comportamentale è personale, ma le conseguenze sono sempre collettive. Fai quello che ti senti di fare e non avere paura di sottrarti a situazioni che non ti fanno sentire a tuo agio o al sicuro.
Valuta cosa può essere pericoloso per te e per chi ti sta attorno. Evita di agire sotto l’effetto di sostanze che potrebbero compromettere il tuo giudizio e tieni conto delle tue possibilità e limiti, sia mentali che fisici.
Presta attenzione a come e a chi parli di eventuali momenti caldi prima, durante o dopo la manifestazione, intorno a te potrebbero esserci occhi ed orecchie indiscrete.
Ricordati che telefonate e messaggi possono essere intercettate (sotto mandato), ma di base evita di avere conversazioni problematiche, al più utilizza canali sicuri (come Signal).
2.1) ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA
Come prima cosa verifica il percorso, cerca di capirne la durata e controlla le previsioni meteo: sembra stupido, ma può fare la differenza. Porta con te l’indispensabile, a seconda del ruolo che hai deciso di tenere. Tieni in considerazione che vivi nella società dello spettacolo: l’aspetto non è solo tattico, ma anche scenico e ideologico. Alcune tipologie di abbigliamento possono attirare attenzioni indesiderate e potresti avere la necessità di abbandonarle. Ricordati che particolari del tuo abbigliamento o del tuo aspetto (volto, tatuaggi, piercing etc..) possono contribuire alla tua identificazione, nel caso coprili o lasciali a casa. Evita di arrivare o lasciare la manifestazione “in tenuta”, non puoi sapere chi ti circonda fuori dagli spazi sicuri.
3) SI PARTE E SI TORNA INSIEME
Evita di partecipare alle manifestazioni in solitudine, vacci e lasciale sempre in compagnia. Aggregati al gruppo con cui hai più affinità se non ne hai uno tuo.
È bene avere un documento identificativo con sé, non averlo potrebbe essere un motivo per essere trattenut* o venire portat* in commissariato per un’identificazione.
Valuta attentamente il rischio che corri ad avere con te sostanze illegali o oggetti che potrebbero essere considerati “pericolosi”.
Se pensi che la situazione a cui stai andando potrebbe rivelarsi problematica è una buona pratica segnarsi su un braccio il numero di telefono di un* legale, per esempio di Legal Team Italia, e di condividerlo con chi non ne ha uno.
3.1) SE TI FERMANO PRIMA DEL CONCENTRAMENTO
Spesso capita che la polizia monitori vie, stazioni ferroviarie, uscite autostradali per identificare o perquisire chi vuole partecipare o lasciare la mobilitazione. ARRIVA IN ANTICIPO ed evita le uscite autostradali o le stazioni più vicine ai punti d’incontro.
Se vi ferma la polizia, ricordatevi che avete il diritto di non rispondere, ma non rispondere potrebbe far alzare il livello della tensione durante il controllo. IL COMPORTAMENTO DELLE FDO È ASSOLUTAMENTE DISCREZIONALE e si basa su pregiudizi razzializzanti, di genere ed estetici. Cercate di mantenere la calma e di non cedere alla loro "amichevolezza". Soprattuto ricordate che NON hanno il diritto di chiedervi dove state andando, al massimo da dove arrivate (perché non lo possono verificare e potreste cambiare idea). NON CI SONO CONVERSAZIONI AMICHEVOLI CON LE FDO, valuta con attenzione come interagisci con loro, tutto quello che potresti dire verrà usato contro di te, e come parametro con il quale loro prendono decisioni operative. Se hai la sfortuna di essere fermat* da sol* chiedi di avere un* testimone, è un tuo diritto.
Se vogliono perquisirti, non opporti, sono obbligati a rilasciare una copia del verbale dove c’è scritto che non hanno trovato nulla o, in caso contrario, cosa esattamente hanno trovato e cosa ti stanno sequestrando. Non firmare il verbale, puoi ritirarlo comunque! [NB il rischio di firmarlo è quello che venga aggiunto qualcosa successivamente. Lo fanno davvero!!!]
Se siete in un po’, e pensiate che la polizia si stia comportando in modo abusante o scorretto, filmate il loro comportamento ( in questo caso le dirette vanno bene, per maggiori dettagli vedi il capitolo relativo a FOTO e VIDEO).
3.2) FERMO E ARRESTO
Se ti arrestano usa il tuo diritto di rimanere in silenzio e chiedi immediatamente l’assistenza legale. Se sei ferit* chiedi assistenza medica (meglio se in piazza che in commissariato, i medici della polizia NON sono tuoi amici). Solidarizza con chi è in stato di fermo con te, fatevi forza a vicenda e confortatevi.
Non dire niente alla polizia, anche se loro ti dicono che “è nel tuo interesse”, ogni cosa che dici può diventare una prova, non ci sono conversazioni amichevoli. È molto meglio tacere che rispondere selettivamente a delle domande, non parlare e non firmare nulla prima di aver parlato con un avvocat*. Non cadere nelle loro trappole psicologiche (hanno un addestramento apposito), la classica e utilissima frase “mi avvalgo della facoltà di non rispondere” ti può risparmiare inutili complicazioni, ma abbi l’accortezza di evitare di alzare il livello di tensione, cerca di mostrati tranquill*.
Se arrestano qualcun* vicino a te, puoi tentare di liberarl*, passargli il contatto di un avvocat* o chiedere di gridare il suo nome e cognome e segnalarlo ad un legal team (se ne hai uno). Se ne hai la possibilità FILMA LA POLIZIA durante l’arresto e il loro comportamento durante il fermo.
3.3) SOLIDARIETÀ E REPRESSIONE
Alla fine della manifestazione non abbandonare chi avrà la sfortuna di non tornare a casa o subirà la repressione nei mesi successivi. Partecipa ad un sit-in di fronte i luoghi della loro carcerazione per tentare di far rilasciare quanto prima le persone fermate. La solidarietà con le persone arrestate è parte della lotta. Non limitarti alla manifestazione. Partecipare ad un presidio, mandare una lettera, seguire mantenere alta l’attenzione su di un processo, organizzare o partecipare ad eventi per la raccolta fondi per le spese legali, vuol dire non abbandonare chi lo subisce. Se sei tu a dover affrontare il carcere qui poi trovare qualche consiglio.
4) AIUTIAMOCI A VICENDA
Se le FDO attaccano la manifestazione possiamo essere tutt* attiv*. Chiunque può aiutare chi viene ferit*, chi cade, chi ha problemi di respirazione a causa del gas, è accecat* dagli spray urticanti o viene fermat*. Scappare disordinatamente, spintonarsi, accalcarsi, non curarsi di chi hai attorno è pericoloso per te e chi ti circonda! Farsi coraggio, restare insieme, indietreggiare lentamente e ordinatamente solo quando è indispensabile è il comportamento più sicuro da adottare.
CHIEDI AIUTO SE NE HAI BISOGNO!
Ci sono tanti modi in cui la polizia può cercare di reprime una manifestazione. Fare una casistica esaustiva può essere molto difficile perché cambiano molto da territorio a territorio, a seconda di chi sia l’ufficiale in comando e dalla pressione politica posta sulla situazione specifica. In generale possiamo dire che il modo più efficace con cui le fdo reprimono le piazze è creando il panico e generando confusione (che poi possono provare a dirigere a loro discrezione), attivarsi per creare un clima di consapevolezza e informazione diffusa, che vuol dire anche non cedere ad allarmismi non verificati, è un primo modo per reagire in modo efficace.
Per questione di brevità non approfondiremo le contromisure e gli effetti delle armi utilizzate dalla polizia, ma puoi trovare un po’ di informazioni nel pieghevole linkato all’inizio.
5) FOTO E VIDEO
Foto e video di situazione legalmente pericolose hanno permesso di scagionare persone sotto processo, ma hanno anche fatto si che altri li subissero.
Hai la responsabilità dei materiali che stai producendo ed è importante che ti comporti di conseguenza. Non riprendere mai chi non vuole essere ripres*, nel dubbio prima domanda e rispetta il loro volere. Che sia un rave, un corteo, una presentazione o un’azione di guerriglia NON DARE PER SCONTATO che chi si trova nel tuo obiettivo voglia o possa essere ripres*. Non sempre è fattibile chiedere il consenso, perciò valuta attentamente chi o cosa stai riprendendo e prendi tutte le precauzioni necessarie per evitare che quel materiale possa mettere nei guai te e/o chi ti circonda.
Filmare la polizia spesso è più utile, ma anche più pericoloso. Secondo la legge le forze dell’ordine non possono impedirti in nessun modo di riprenderli, tuttavia è probabile che lo facciano, anche violentemente. Fatti guardare le spalle mentre riprendi.
Prima di pubblicare i tuoi contenuti tieni conto di e cosa e chi hai ripreso ed eventualmente elimina o nascondi i i dettagli che potrebbero mettere nei guai qualcun* (controlla anche i metadati). Cerca di evitare di pubblicare in diretta situazioni movimentate, fare video in streaming delle piazze significa dare immagini senza filtro e regalarle alle centrali operative delle forze dell’ordine.
La comunicazione è un aspetto molto importante dei momenti di piazza e per questo va gestita con attenzione e responsabilità. Viviamo nella società dello spettacolo, raccontare ciò che accade attorno a noi è di fondamentale importanza, ma può rivelasi più problematico di quanto possa sembrare. L’informazione è potere e, come ogni potere, va usato con attenzione e responsabilità. Per questo, è bene adottare alcuni accorgimenti per fare in modo che le nostre testimonianze e le informazioni che divulghiamo non si rivelino controproducenti per te e per chi ti sta attorno.
Se è importante saper come, ancora più importate è sapere perchè si decide di produrre e condividere materiali audiovisivi. Ogni testimonianza non solo racconta ciò che è mostrato, ma dice tanto anche su chi la registra, perciò è bene domanadarsi cosa si sta facendo e perchè.
QUALCHE CONSIGLIO:
Filmare e documentare le proprie azioni può essere molto utile e d’ispirazione per chi potrebbe voler segurire le vostre orme, buttaci sotto qualche bel beat accattivante!
Foto e video in alta definizione sono più belli e girano di più, ma occhio ai dettagli che potresti rivelare involontariamente.
Produrre materiali riguardanti situazioni di illegalità, può mettere nei guai anche chi li produce.
LE SPIE NON PIACCIONO A NESSUN*! se stai riprendendo qualcosa che non dovresti rispetta sempre il volere di chi è nel tuo obiettivo, la scritta press o un tesserino da giornalista non ti salveranno da insulti o minacce. CHIEDI SEMPRE IL CONSENSO SE PUOI.
Prima di pubblicare qualsiasi contenuto, ricordati che i SOCIAL NETWORK NON SONO TUOI AMICI, come non lo sono gli altri organi e piattaforme d’informazione di cui non hai il controllo. Edita il tuo materiale cancellando volti o dettagli sensibili prima di pubblicare (soprattutto se non conosci le persone inquadrate).
In certe situazioni potrebbe capitare che tu possa incontrare giornalisti, fotoreporter e altri furbacchioni. IL TUO DIRITTO ALLA PRIVACY È PIÙ IMPORTANTE CHE FINIRE SU UNA TESTATA GIORNALISTICA O DIVENTARE VIRALE. Se provano ad intervistarti chiedi sempre per chi lavorano e come verrà utilizzato il materiale da loro prodotto. Non fidarti troppo di quello che dicono, non puoi sapere come verrà montato o tagliato il materiale. Nel caso decidessi di accettare di essere registrat* puoi chiedere di non essere ripres* in volto e di non rivelare informazioni sul tuo conto. EVITA DI DIRE STUPIDAGGINI, non solo veranno usate contro di te, ma saranno usate per screditare tutta la piazza e le sue argomentazioni.
DEBRIEFING PSICOLOGICO
Dopo i momenti concitati, o situazione che possono risultare traumatiche o psicologicamente provanti, è bene non lasciarci ad affrontare l’elaborazione di queste emozioni in solitudine. In italia è poco praticato, ma in numerosi contesti il debriefing post manifestazione è ormai una pratica di cura consolidata. (il testo qui di seguito è una rielaborazione di un breve testo circolato via telegram dopo la “battaglia di Saint Soline” del 29-30 ott 2022)
Il debriefing psicologico è un breve momento di riconoscimento dell'energia impiegata, dell'impegno di chi ha partecipato che parte da una semplice ma fondamentale domanda: Come mi sento ora dopo gli ultimi eventi? che ha l’obiettivo di fare una ricostruzione collettiva della narrazione fatta in andata e di ritorno per consentire di situare le zone d'ombra e le eventuali esigenze di sostegno di ciascun*.
Quando il debriefing è finito, le prove sono state restituite al meglio e insieme. Chiuderemo questo spazio di parola con parole confortanti che ci ricordano l'esperienza appresa, la solidarietà e, se possibile, la speranza per il futuro.
Possiamo anche prenderci il tempo per ricordare i mezzi che possiamo avere in termini di supporto psicologico ed emotivo (brochure informative, compagn* che ascoltano, psicolog* militanti ecc...)
Il debriefing psicologico consiste nel tornare agli eventi permettendo a tutt* di condividere la propria esperienza e di ricomporre il racconto collettivo di ciò che è successo. Questo racconto collettivo deve avere un inizio, un mezzo, una fine. Deve permettere di situare le diverse scene attraversate dal gruppo nello spazio e nel tempo.
NON È IL MOMENTO DELL’ANALISI “POLITICA”
L'obiettivo è avere una trama dell'evento su cui ognuno possa fare affidamento per appendere la propria esperienza emotiva. Costruire questa narrazione permetterà di individuare eventuali punti di confusione e incomprensione per poi dare un senso a questi punti basandosi sulla narrazione che ne fanno gli altri. In caso di shock traumatico, questo permette al tuo cervello di elaborare nuovamente le informazioni, e quindi di (ri)funzionare.
Se questi punti di incomprensione persistono, i sintomi che fanno rivivere l'esperienza (flashback, incubi...) possono apparire fino a quando il tuo cervello non costruisce una narrazione che abbia senso. Finché l'esperienza non viene compresa, non viene elaborata/integrata. Questo può quindi immergere la persona in sintomi ansiosi e poi depressivi. Se senti che nel tuo gruppo ci sono punti di incomprensione che non riesci a risolvere, prova a cercare informazioni che ti aiutino, o anche aiuto in supporto psicologico per costruire una storia accettabile per il gruppo, anche senza avere tutte le informazioni.
Se si sviluppano sintomi che non si attenuano o non svaniscono in 4-6 settimane nonostante questi consigli, non esitate a consultare un* professionista.
PROPOSTE PER UN DEBRIEFING PSY DI GRUPPO
Se possibile, fai questo debriefing rapidamente dopo l'azione ("a caldo") assicurandoti che tutte le persone che hanno agito insieme siano presenti / Un secondo momento di debriefing può essere eseguito in seguito ("a freddo") per verificare lo stato emotivo e psichico di ciascun* e analizzare con più senno di poi ciò che è successo (debrief organizzativo).
Trova, se possibile, un luogo tranquillo e accessibile a tutt* in cui non sarai disturbat* e impostate insieme una durata per quel momento.
Garantire la riservatezza degli scambi.
Mantieni la tua benevolenza nonostante le possibili tensioni e disaccordi.
Sforzati di non giudicare ciò che è condiviso (senza proibirti di reagire quando arriva il momento condividendo i tuoi sentimenti, le tue emozioni).
Vedi se qualcun* di voi vuole animare questo momento per facilitare gli scambi o chiama una persona esterna di fiducia.
COME COSTRUIRE IL RACCONTO COLLETTIVAMENTE?
Ognun* è invitato a raccontare la propria esperienza dall'inizio dell'evento. Cerchiamo di costruire questa storia a più voci; possiamo ad esempio proporre che ognuno ne racconti una parte man mano che la storia procede e poi tornare su di essa per illuminare eventuali mancanze e zone d'ombra. L'idea è che la narrazione sia coerente, soprattutto in termini di cronologia e spazio. Non c'è bisogno di essere rigoros*. Eventuali zone d'ombra sono indizi importanti da rilevare perché possono indicare incomprensioni e traumi. Debriefing in gruppo dopo una mobilitazione in cui si sono verificati eventi scioccanti è un po' come guardare un film emotivamente duro con qualcun* che ti tiene per mano. L'obiettivo non è superare i passaggi complicati in accelerato, ma essere in grado di guardarli alla stessa velocità degli altr*, pur avendo con te le risorse di coloro che ti sostengono.
DOMANDE PER GUIDARE GLI SCAMBI
Non è la dimensione della trasmissione delle informazioni che ci guida, ma la capacità di ciascun* di provare e gestire le emozioni che ha dovuto attraversare durante le situazioni menzionate nella sua storia.
Puoi dirci come ti senti dopo questa mobilitazione? (Fisicamente ed emotivamente)
Come è andata per te?
C'è un momento (i) intenso (i) che vorresti condividere qui in modo che ne parliamo insieme?
!!! Prima di cominciare: accoglienza, ripasso delle basi e impostazione del quadro (nessuno è prigioniero di questo quadro, possiamo lasciare il debrief in qualsiasi momento, segnalando il tuo bisogno di eventuale sostegno.)
Take care of each others, so we can be dangerous together.
Per finire, l’immancabile appello a condividere questa newsletter con le canaglie di tua conoscenza, purtroppo a causa del carattere politico e radicale dei nostri contenuti le comunicazioni social sono spesso invisibilizzate o penalizzate dagli algoritmi. (siamo anche su mastodon nel caso volessi informarti sulle alternative ad instagram).