Nel giugno 2024 abbiamo pubblicato una versione tradotta e ampliata della fanzine collaborativa “POLICE ABOLITION 101. Messages when facing doubts” redatta da Mariame Kaba, Project NIA, Interrupting Criminalization e illustrata magistralmente da Noah Jodice. (Quella qui sotto è di Jim Nelson, tratta da Shadowrun Double Exposure, 1994)
La traduzione di Antea Zamboni (un’anima della Robin Book Gang) è corredata da una grande quantità di approfondimenti relativi al contesto italiano; contesto nel quale, per tutta una serie di contingenze e differenze rispetto a quello d’origine (USA), l’argomento abolizione della polizia è ancora sostanzialmente sconosciuto o discusso in maniera molto marginale. È stata una delle nostre primissime produzioni e, fedele al nostro manifesto, è stata diffusa gratuitamente e liberamente tramite l’archivio digitale. Visto che il nostro amatissimo paese ha una lunga tradizione in fatto di abusi e repressione poliziesca, periodicamente la fanzine torna ad essere, sfortunatamente, molto attuale.
Possiamo dire con una relativa sicurezza che sia la nostra produzione più popolare – purtroppo.
“Non c’è modo di riformare qualcosa che sta funzionando esattamente così com'è stato pensato.”
Visto l’ampia circolazione (gratuita lo ribadiamo) della fanzine era facile che capitasse tra le mani di persone dedite all’editoria kompagna e altre organizzazioni che si occupano di questo tema. E così è stato. Non molto tempo dopo la pubblicazione, abbiamo ricevuto una mail da parte di un rappresentate di una nota associazione che si occupa di repressione, la quale, insieme a una casa editrice anch’essa piuttosto conosciuta nel giro, era interessata ad inserire la fanzine in questione in una loro pubblicazione sul tema.
In continuità con le nostre posizioni di aperto conflitto con la proprietà privata (anche intellettuale), abbiamo risposto molto semplicemente che potevano farci quello che volevano, mettendo in collegamento chi ha redatto e tradotto la versione italiana sotto la bandiera di RB e le suddette organizzazioni (una esplicitamente a scopo di lucro) per una più agile collaborazione.
Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di leggere la pubblicazione in questione (che dovrebbe uscire a breve)…
Il dispiacere è stato sufficiente da spingerci a scrivere questo breve testo – che non è un atto di accusa e nemmeno un invito al boicottaggio, non considereremo mai nessuna delle due organizzazioni come nostre nemiche, tutt’altro, fanno un gran lavoro e vanno riconosciuti loro i meriti dovuti. Ma la critica e l’autocritica sono parti irrinunciabili, o almeno dovrebbe esserlo, di ogni processo politico. In particolar modo di quelli definibili radicali.
Ci interessa relativamente poco entrare nel merito del “nuovo” corpo del testo di “Abolire la polizia”, che è stato giustamente revisionato e aggiustato in modo professionale (noi non lo siamo) – anche se non abbiamo compreso e non condividiamo affatto la scelta di eliminare ogni traccia degli approfondimenti che si trovano nella “nostra” versione. È stato un po’ come nascondere sotto il tappeto la brutalità molto reale che riguarda le forze di polizia in Italia (giusto pochi giorni fa ricorreva l’assassinio di Riccardo Magherini, giusto per dirne uno), ma vabbeh, facciamo finta che queste cose le sappia chiunque – e integrato con una lunga postfazione che, pur potendo avventurarsi con un po’ più di coraggio e partigianeria, ribadisce la linea già ben esplicata nella fanzine originale senza spingersi molto oltre.
Quello che ci ha turbato veramente è stata una frase, anzi una parentesi, ben precisa che si trova nella quarta di copertina e ripetuta all’apertura del libro:
“Questo non è un libretto contro la Polizia (che non avrebbe senso), ma sull’utopia e su come le cose che sembrano impossibili, in realtà, non lo sono mai.”
In un certo senso, il curatore (che non è esattamente una persona a caso) ha proprio ragione: le cose che sembrano impossibili non lo sono mai.
È stato un colpo al cuore leggere “Questo non è un libretto contro la Polizia (che non avrebbe senso)”. Ci ha fatto ribollire il sangue, quello stesso sangue che tanti e tante di noi hanno versato proprio per colpa della polizia o che ci è gelato quando nelle nostre solitudini abbiamo subito un “normale controllo casuale”, per non parlare di peggio.
Gli esempi potrebbero essere infiniti, se davvero avete bisogno di ulteriori spiegazioni o avete timore di dire ad alta voce che tutto questo fa schifo e sarebbe ora che le cose cambiassero una volta per tutte, forse abbiamo un grosso problema.
“LA POLIZIA NON GARANTISCE IL RISPETTO DELLA LEGGE E NON RISPONDE AD ESSA […] LA POLIZIA NON PUÒ ESSERE RIFORMATA IN QUANTO LA SUA ISTITUZIONE SI BASA INEVITABILMENTE SULLA DEROGA DELLO STATO DI USARE LA VIOLENZA COME MEGLIO CREDE”
Magari può anche essere vero che non si deve giudicare un libro dalla copertina (anche se a dirla tutta è una mezza verità), ma di sicuro lo connota. In questo caso, lo fa in modo molto problematico dal nostro punto di vista. Ma che poi, che bisogno c’era? Si poteva tranquillamente evitare, anche perché la fanzine non è che si mette a ragionare su come assaltare i commissariati. Cazzo.
Viene il sospetto che la frase incriminata sia stata inserita a mo’ di giustificazione, come a dire “non ce l’abbiamo con voi” o “sappiamo che ci sono anche poliziotti buoni” o, ancora peggio, non voler offendere nessuno, sai che noia una querela (ma che poi per cosa?). Come se la polizia avesse bisogno di essere protetta da qualche malalingua infamante o che esporre DATI DI FATTO possa essere un’offesa, un’ingiuria, una diffamazione da cui bisogna prendere le distanze. Possibile che nel tentativo di fare un ragionamente serio, a cui si potrebbe aggiungere molto e addirittura criticare, lo si debba esplicitamente squalificare pur di non insinuare che forse dei nemici li abbiamo e dovremmo considerarli tali? Un po’ come se si potesse combattere il fascismo senza combattere i fascisti, o meglio, non poterlo dire chiaramente perché se no si passa dalla parte del torto o si offendono.
Peccato.
PS (che non sta per Polizia di Stato, o forse si): ACAB.
PPS: sai quanto costa stampare un tascabile di 96 pagine (di cui 10 sono il catalogo della casa editrice)? Tipo 2 euro.
E, a proprosito di critica e autocritica, è uscito il report su questo primo anno di attività pirata:
AGGIORNAMENTI
Ora in archivio: “BLUEMOON AGAIN (?) Annotazioni su tossicodipendenza, dispositivi psicotropi e stati alterati di coscienza politica”, 40 p. (2025)
”Da millenni l'umanità utilizza le sostanze psicotrope per un'infinita varietà di scopi. Ma a partire dagli anni '50 qualcuno comincia ad intuire che la loro promozione e distribuzione controllata possa essere un ottimo strumento repressivo - di narcotizzazione delle coscienze. LSD ai bianchi, eroina ai negri, almeno all'inizio. Poi, negli anni '80 arriva il crack, più tardi droghe sintetiche e psicofarmaci. Quanto è sottile la linea di separazione tra teoria del complotto e storiografia? è possibile che operazioni di questo tipo siano attualmente in atto? Che ruolo hanno i mezzi di comunicazione di massa in tutto questo? Queste annotazioni, partendo da conversazioni orali ed esperienze personali, provano ad ri-aprire il tema.”L’ultimissima ristampa (rieditata e corretta) di “Come la nonviolenza protegge lo stato” di Peter Gelderloos è in stampa e le spedizioni dei preordini partiranno attorno al 18/20 marzo. Grazie al metodo RB e a 56 donazioni abbiamo potuto mandare in stampa 200 copie. ORA A PREZZO SUPER POPOLARE - SOLO 5€ LA COPIA!
CHIAMATA ALLE ARTI per la realizzazione della copertina libro "FA' CHE QUESTO TI RADICALIZZI: organizzarsi e la rivoluzione della cura reciproca" di Kelly Hayes e Mariame Kaba (traduzione in arrivo ad aprile). IN PALIO 5 COPIE DEL LIBRO, maggiori informazioni e dettagli qui.
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