Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’ Ahimè, la vita non è così facile.
- Umberto Eco, Ur-Fascismo/Il Fascismo Eterno, 1997
Il fascismo! C’è sempre un periodo dell’anno in cui torna l’argomento degli argomenti preferito dal popolo italiano. Eccoci qui!
Tra chi dice che con il fascismo non abbiamo mai fatto i conti (ma parla per te oh), chi distrugge tastiere battendo compulsivamente frasi che vanno dal “se non hai fatto niente la polizia non ti fa niente” al “se non ti fermi all’alt è giusto che ti sparino”, chi millanta il proprio antifascismo militante hipster (leggi liberal) sui social e appena accade qualcosa di vagamente lontano dalla sua zona di confort è subito pronto a dire “mi dissocio! – inflitrati! – non è così che si manifesta!”, chi si è fatto l’abbonamento Netflix apposta per vedere quella schifezza di ACAB, chi celebra il maranza ma a debita distanza, chi ancora si scandalizza delle umiliazione, delle torture psicologiche e non durante un fermo o la carcerazione, chi è in preda al panico per IL DDL PAURA o quello sul codice della strada… anche noi volevamo dire la nostra…
Non possiamo affrontare argomenti quali la repressione, la deriva securitaria (ma esattamente dopo quanto smette di essere deriva e si può chiamare sistema?), il carcere o “il fascismo” e tutti gli altri con la superficialità e l’arroganza che contraddistingue la società dello spettacolo e della performace. Allo stesso modo non possiamo ammettere che siano questioni di fisica quantistica.
Immaginiamo che, indipendentemente dallo slogan semplicistico che ci sia scritto sopra, ogni striscione che apra un corteo proclami: È COMPLICATO.
La polizia, con la sua obbedienza e i suoi manganelli, risponderebbe: No, non lo è!
In tutto questo, forse, l’unica cosa che abbiamo capito per davvero è che alla fine dei conti, gran parte dei nostri problemi si riducono ad una questione di abitudini e a quanto sia difficile modificarle. Il fascismo, il sessismo, il razzismo, il capitalismo… ci fanno schifo, ma ce li abbiamo dentro, li mangiamo a colazione tutti i giorni. Cosa sono la biopolitica e la psicopolitica se non nomi un po’ pomposi per provare a raccontare gli svariati modi in cui le nostre abitudini-relazioni al potere vengono costantemente condizionate e disciplinate?
La radicalità che sentiamo di aver bisogno è proprio quella che va all’origine delle nostre abitudini: la nostra disaffezione ad immaginare qualcosa di completamente diverso e a verificarne i confini. Quella che va a praticare l’immaginazione con sincerità e coraggio, specialmente quando fa paura. Perché non c’è persona che ha davvero paura della realtà, piuttosto del suo contrario, di quello che potrebbe non-essere. Meglio non farlo in solitudine.
Quando Ricœur dice che “l’immaginazione non è riassunta in una funzione di evasione e smentita del mondo. L’immaginazione è anche, e forse innanzitutto, una potenza militante al servizio di un diffuso senso di futuro” non ne parla nei termini un po’ fricchettoni e dispregiativi che possiamo facilmente associare alla parola. Al contrario, ne discute come elemento di disciplinamento costante… per questo dobbiamo mettere in discussione innanzitutto ciò che immaginiamo, a partire da ciò che immaginiamo come essere reale e metterci a giocare con le prospettive del reale e del possibile, del loro specchiarsi e contraddirsi perennemente.
Che è quello che il fascismo non fa. Mai. Perché è di una coerenza assoluta, è l’appiattimento e la semplificazione delle complessità, la riduzione a buoni e cattivi, la ripetizione infinita dell’uguale, la fuga nella rappresentazione, è l’incarnazione della più becera pigrizia borghese ossessionata dal controllo, dal possesso, dell’affermare in pompa magna una ed una sola Realtà: quella del dominio e dell’autorità.
Noi non ci stiamo, e sappiamo che questo avrà il prezzo che è quello di sempre: quello del rispetto di sé.
Quindi ripetiamo con convinzione che All Cops Are Bastards, specialmente quello che troviamo nello specchio ogni mattina.
Ultimi aggiornamenti nell’archivio digitale:
- Ur-Fascismo/Il Fascismo Eterno. di Umberto Eco, con un'appendice di Michel Foucault. disponibile anche per la stampa autonoma (20 p. A5)
- Archivio completo di Liberazioni. Rivista di critica antispecista (2010 - oggi).
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